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Ritorno a Berlino 4 Gennaio 2025



É il 4 gennaio e sono in volo verso Berlino. Vorrei dire verso casa ma ho capito che „casa“ la porto dentro di me. Sono passati 6 mesi e qualche giorno da quando il 1 luglio ho iniziato il mio viaggio intorno al mondo.

È molto strano tornare e vedere che niente è cambiato che il tempo sembra volato via, che gli altri quasi non si siano accorti della mia assenza. Io però non sono più la stessa. Ho vissuto tante esperienze che mi hanno cambiata. Ho viaggiato con uno zaino con due pantaloni, 5 magliette, costumi, sandali e scarpe da ginnastica e sono stata in posti caldi e freddi con gli stessi vestiti. Il mio armadio a “casa” esplode e mi chiedo perché. Ho mangiato solo una volta al giorno ed era assolutamente sufficiente, stavo bene, ho camminato e nuotato così tanto che mi sembrava normale farlo, perché adesso devo smettere? Perché non può essere la mia normalità? Ho passato tanto tempo a guardare il cielo e il mare aspettando di vedere dei pesci saltare o uccelli tuffarsi, non mi annoiavo avevo finalmente il tempo per pensare a me. Certo non si può stare sempre soli a guardare il mare ma perché devo eliminare questo totalmente dalla mia quotidianità? Mi sono fatta tante domande del genere, non ho ancora trovato risposte ma so che le troverò. Devo trovare un compromesso tra la vita che la maggior parte di noi fa e quella che la maggior parte di noi vorrebbe fare. Ho incontrato moltissime persone che vivono come noi vorremmo vivere ma cercano la vita che noi vorremmo lasciare. Certo non si può avere tutto e la perfezione non esiste, si desidera sempre ciò che non si ha, ma deve esistere una via di mezzo. Io credo di aver capito che lasciare il mare lontano dalla mia quotidianità è stata una rinuncia troppo grande, dall’altra parte penso anche che quando stavo a Firenze a studiare non è che andavo al mare spesso e quando vivevo a Pisa non ci andavo tutti i giorni. Allora cosa è che dovrei fare. Non è che posso andare al mare una volta al mese.

I diversi continenti mi hanno insegnato tanto e da questo insegnamento troverò le mie risposte con calma e godendomi il ritorno a casa :)


L’ Africa mi ha insegnato che essere bianchi o neri fa ancora la differenza, ci illudiamo che il razzismo stia svanendo ma non è così, ci sono altri tipi di razzismo quelli dettati dalla politica sempre improntata al beneficio di pochi, L´Africa è un paese stupendo dove le persone sono molto accoglienti ma ancora è un paese pericoloso per i bianchi come per i neri. La politica sta accentuando i conflitti interni rendendo per i bianchi quasi impossibile trovare lavoro perché le aziende vengono agevolate se le persone di colore assunte superano una certa percentuale. Di fatto più una azienda è “nera” meglio è, questo fa si che i bianchi aprano le attività non avendo altre possibilità di trovare lavoro e assumano persone di colore. Capite anche voi che è assolutamente contro produttivo perché è sempre il bianco che sta al potere. Sono stata fortunata a nascere in Europa ma mi vergogno per quello che abbiamo fatto nelle colonie in Africa come in tutte le altre colonie sparse nel mondo. La situazione in Sudafrica è terribile per chi ci vive e nessuno ne parla, si pensa che Mandela abbia sistemato tutto. I turisti se ne innamorano e vanno via pieni delle bellezze di questo incredibile paese ma non tutti capiscono cosa stia succedendo.

In ogni caso i Sudafricani sono d’accordo sul fatto che tutti gli animali hanno il diritto di vivere liberi ed è possibile convivere anche con quelli più pericolosi. Si può nuotare dove ci sono gli squali o andare con una macchina aperta a vedere i leoni nel loro habitat. Ho imparato a guardare spazi enormi senza la presenza umana e a ringraziare per una natura che senza di noi sta proprio bene, vedi ad esempio il semi deserto del Karoo o Semogkong. Ho imparato che le banane sono deliziose e non hanno niente a che vedere con quelle che mangiamo noi, che la frutta in generale è dolce e succulenta, che il te rooibos (te rosso) è buonissimo soprattutto se ci bagni dentro i Rusks (biscotti duri). Insomma un paese ricco di contraddizioni che a me sembra migliorato rispetto a due anni fa quando ci sono stata la prima volta ma ancora segnato da forti conflitti interni.


La parte dell’Asia mi ha insegnato a guardare ii pesci e i coralli con altri occhi, a fare attenzione a dove si mettono i piedi in acqua, a pregare le loro divinità per il benessere e la salute  del mare, a piantare coralli a rallentare ed essere felice con pochissimo, a raccogliere i frutti dagli alberi quando sono maturi, ad essere grati per il sole e per la pioggia. Mi ha anche insegnato che se non si vive vicino al mare in estate il caldo in Asia è sfiancante, l’umidità è altissima e si deve bere tantissimo per non rischiare di disidratarsi. Insomma non è un clima favorevole per me, ho sofferto moltissimo l’umidità calda delle grandi città come Jakarta e Bangkok.

Ho imparato anche che la religione segna un paese e la sua gente in maniera profonda, gli induisti e buddisti sono popoli pacifici e tolleranti, mi sembra che nonostante l’estrema povertà riescano a trovare gioia da piccole cose, dalla famiglia e dagli amici. I mussulmani li ho trovati molto stringenti, in Malesia alle Isole Perenthian le giornate erano scandite dal Minareto che attraverso un microfono mandava credo una preghiera su tutte le isole intorno, le persone del posto non mi sembravano molto interessate ma questa cantilena durava per ore. Molte persone in Sud Est Asia non sanno nuotare ( non so se è un problema religioso sinceramente) e le donne e bambine stavano in acqua completamente vestite nonostante il caldo estremo. Gli indonesiani sono in gran parte induisti e un tassista mi diceva che vedeva di cattivo occhio l’arrivo dei mussulmani perché vogliono cambiare il loro paese. Cambiare un paese per i propri comodi è stato fatto tante volte ed è quasi sempre andata male, non solo per problemi di religione ma anche per prepotenze sulle risorse del paese stesso.

Insomma non impariamo mai cari miei.


L’ Oceania mi ha stregata, oltre a paesaggi mozzafiato come si possono scoprire in altre parti del mondo, mi ha insegnato a fermarmi e guardare con tutti i sensi. Provateci la prossima volta che siete immersi nella natura, scoprirete che i vostri sensi si attivano se interrogati.  Non è davvero possibile descrivere le sensazioni che si provano, ci riuscirebbe di sicuro uno scrittore di poesie, posso solo dire egoisticamente: non andate. Sono paesi lontani, difficili da raggiungere e cari. Per fortuna, perché questo li preserva dall’ essere presi d’assalto. Ci sono delle isole assalite dai turisti ma le più belle sono sperdute nel mare e non si può andare se non volendolo moltissimo, senza pensare a tempo e soldi. È assolutamente possibile spendere poco ma bisogna impegnarsi e fare delle rinunce ed avere molto tempo a disposizione.

In Oceania siamo riusciti a sterminare i popoli autoctoni quasi del tutto. Il popolo Maori, un grande popolo di navigatori, sta rinascendo. La cultura Maori viene raccontata ovunque in Oceania, ho visto vari musei a tema. Anche li ci sono delle contraddizioni, delle cose belle altre brutte come in tutti i popoli, io vedo sempre con sospetto chi esalta un popolo solo con aggettivi positivi. Anche i vecchi popoli Maori avevano lati negativi, come il fatto di essere cannibali ad esempio, non lo sono più ma anche quello va visto nel contesto di quei tempi lontani e li trova una logica anche se per noi è impossibile capire. In ogni caso sono popoli molto legati alla natura.


L’America è rimasta il paese delle 1000 possibilità, ci si può reinventare quante volte si vuole e a qualsiasi età, ma mi ha fatto molto riflettere su come sia facile cadere, forse per questo bisogna sempre ricominciare. È possibile risalire ma come mai si cade? Beh ho imparato che tutto è possibile se si vuole ma bisogna fare le cose per bene sennò si precipita.


L’Europa è casa. Sono tornata ai miei climi, il mio cibo, la mia gente, amici e famiglia oltre alle bellezze e la cultura di questi paesi.

Sono cambiata.






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sberessa .
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